10 domande a Andreu Llinàs, autore di “Nove ballerine contro la banda dell’orso”

Andreu Llinàs, autore di Nove ballerine contro la banda dell’orso, da ragazzino era un grande fan di manga, fumetti e Tolkien.

Ecco le nostre 10 domande per conoscerlo meglio!

Quando hai capito che volevi diventare uno scrittore?

Ho sempre inventato storie ma mai avrei immaginato che sarei diventato uno SCRITTORE, perché ai miei occhi gli scrittori sono interessanti e brillanti. Ho sempre avuto difficoltà con la grammatica e l’ortografia, quindi ho pensato che avrei fatto fumetti e raccontato storie graficamente, per la maggior parte con immagini. Solo più tardi, quando ho avuto l’occasione di illustrare un romanzo per ragazzi che ho pensato di poter provare a scrivere qualcosa del genere.

Quanto ci ha messo la tua storia ad arrivare sugli scaffali?

Una volta finito di scrivere è stato veloce, c’è voluto più o meno un anno e mezzo. Per scrivere il libro ci ho messo più o meno lo stesso tempo. La parte difficile è stata imparare a raccontare una storia, il che certamente ha richiesto molta pratica ed esperienza che ho ottenuto passo dopo passo.

Sei il primo artista della tua famiglia?

Che lo fa di professione sono il primo e, spero, l’ultimo. Non ho ancora deciso se è una maledizione o una benedizione. Probabilmente entrambi.

Come hai avuto la prima idea per questo libro e cos’hai imparato scrivendolo?

Una volta ho sentito dire da un editore che avrebbe sempre trovato posto nel suo catalogo per un libro sulle ballerine. Ho pensato sarebbe stato un peccato non farlo, ma se l’avessi fatto, sarebbe stato su delle ballerine ribelli. Più avanti, mentre stavo leggendo la biografia di Maria Antonietta, si parlava di un incidente con dei gioielli e l’intera struttura della storia è saltata fuori.

Ho imparato che leggere ti da il tempo per fermarti e pensare, qualcosa di difficile da fare quando stai guardando un film o ascoltando un audiolibro.

Qual è la parte migliore e quella peggiore dell’essere uno scrittore?

La parte difficile è scrivere. La migliore è creare la storia.

Quale personaggio letterario ti piacerebbe essere?

Non penso di aver mai pensato di voler essere qualcun altro, ma mi piacerebbe sicuramente uscire con i personaggi di Wonder boys, il romanzo di Michael Chabon.

I tre libri/scrittori/illustratori preferiti della tua infanzia e di oggi.

Da ragazzino, ero un grande fan dei manga (specialmente di Akira e amavo i fumetti e Tolkien). Oggi, adoro Robert Caro, Anthony Powell, Melissa Bank, John Irving… e molti altri. Per quanto riguarda gli illustratori, questi sono alcuni dei miei preferiti: Sempé, Bernicec Myers, Christian Robinson, Hans Jürgen, Frank Viva…

Raccontaci tre cose folli/interessanti su di te.

La cosa più interessante su di me è un segreto e non posso rivelarlo qui, ma in quanto persona abitudinaria, ho un incredibile talento nel non annoiarmi mai (anche se forse questo è perché sto sempre disegnando e scrivendo!)

Se non fossi diventato uno scrittore, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?

Avvocato. Sfortunatamente dovrei anche essere un tipo di persona diversa.

Cosa vorresti che i lettori italiani ricordassero della tua storia?

La cosa più importante è che il lettore si goda la lettura, non è mia intenzione cercare di insegnare qualcosa.

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