Sabine Lemire, autrice di Fantastica Molly, ha tantissime passioni: le piace disegnare, lavorare a maglia e costruire cose, ma non c’è niente che la renda felice come scrivere i suoi libri!
Ecco le nostre 10 domande per conoscerla meglio!
Quando hai capito che volevi diventare una scrittrice?
Ho una laurea in design, ma sono sempre stata più affascinata dalle storie che c’erano dietro le collezione più che dai vestiti in sè. Ho sempre scritto storie per me stessa.
Quanto ci ha messo la tua storia ad arrivare sugli scaffali?
La mia prima storia è stata pubblicata nel 2010. C’è voluto quasi un anno da quando ho completato il libro a quando è stato pubblicato.
Sei la prima artista della tua famiglia?
Mio papà era un pittore e un illustratore.
Come hai avuto la prima idea per questo libro e cos’hai imparato scrivendolo?
La maggior parte delle volte, non so di cosa parlerà il libro quando lo sto iniziando a scrivere. È come se il testo andasse da solo verso una determinata direzione.
Qual è la parte migliore e quella peggiore dell’essere una scrittrice?
Amo scrivere. Niente mi rende più felice. Adoro anche fare dei lavoretti. È un qualcosa che mi piace molto, ma sono al settimo cielo solo quando scrivo.
Guadagnarsi da vivere grazie alla creatività è molto meno sicuro rispetto a, per esempio, lavorare in una banca.
Quale personaggio letterario ti piacerebbe essere?
Temo di non essermi mai immaginata come un personaggio letterario.
I tre libri/scrittori/illustratori preferiti della tua infanzia e di oggi.
- Michael Ende (La storia infinita)
- Kjell Askildsen
- Judith Hermann
Raccontaci tre cose folli/interessanti su di te.
- Ho due gatti
- Adoro preparare piatti con la panna
- Adesso faccio praticamente le stesse cose che facevo da bambina. Scrivo, disegno, lavoro a maglia e costruisco cose.
Se non fossi diventata una scrittrice, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?
Giardiniere.
Cosa vorresti che i lettori italiani ricordassero della tua storia?
Spero che quando leggeranno i libri di Molly, possano ricoscere qualcosa della loro vite.
