10 domande ad Andrea Kuhrmann, autrice di “Tommi Codino. Buona giornata coniglietto!”

Andrea Kuhrmann è una mamma lavoratrice che ha sempre avuto difficoltà a trovare dei libri adatti ai suoi bambini, ha deciso quindi di scriverne uno lei. È convinta che i bambini amino le storie che li prendono sul serio: legate alla loro vita quotidiana e raccontate con una lingua semplice e diretta.
Ecco come sono nate le avventure di Tommi Codino.

Le nostre 10 domande per conoscerla meglio.

Quando hai capito che volevi diventare una scrittrice?

Ho tre figli dai 4 agli 8 anni – due femmine e un maschio. Quando avevano due anni ho sempre avuto problemi a trovare dei libri per loro. Erano troppo grandi per i libri semplici con solo una cosa per pagina, ma non grandi abbastanza per capire un’intera storia di 20 pagine con tanto testo. Poi mi sono resa conto che anche altri genitori avebbero potuto ritrovarsi nella stessa situazione e quindi ho iniziato a pensare a una storia semplice per bambini di 2 anni – una storia con meno testo e personaggi.

Quanto ci ha messo la tua storia ad arrivare sugli scaffali?

C’è voluta qualche settimana per pensare al personaggio e per scrivere le storie brevi. L’illustratrice ha avuto bisogno di qualche mese per fare i disegni. Abbiamo 124 pagine con più di 200 immagini. Quindi per Nadine Reitz è stata dura. Ha provato a non usare la stessa immagine due volte, ma a cambiare sempre qualcosa nel viso del personaggio. Ha fatto un ottimo lavoro!

Sei la prima artista della tua famiglia?

C’è qualche musicista in famiglia e mio cugino è uno scrittore – semiprofessionista come me. Lavoriamo entrambi in libreria.

I 3 libri preferiti della tua infanzia e di oggi.

Quando ero piccola amavo così tanto leggere, che leggevo tutto quello che potevo. Ho iniziato (con l’aiuto dei miei genitori) con Ali Mitgutsch, delle fiabe e le avventure di Enid Blyton. In seguito, ho studiato letteratura e leggevo Thomas Mann o Zadie Smith. Ora sono una mamma lavoratrice e leggo più libri di non fiction come quelli di Simon Sinek.

Qual è la parte migliore e quella peggiore del mestiere di scrivere?

Questo è il mio primo libro. Quindi, quello che ho amato di più è stato il fatto che un qualcosa che è nato dalla mia immaginazione sia diventato reale. Ho pensato al personaggio, alla storia, e ho deciso cosa far accadere. È una grande emozione averlo tra le mie mani come libro.

Come scrittrice, quale mascotte/avatar/spirito animale sceglieresti?

Ovviamente un coniglio.

Dove hai trovato l’ispirazione per questo libro? Ti ha insegnato qualcosa?

Ho imparato che una storia breve non è più facile da scrivere rispetto a una lunga. Anche se non hai bisogno di molto testo, devi avere un personaggio con delle caratteristiche, una storia con un climax e un finale interessante – per un bambino di 2 anni. Quando ho deciso queste cose, il processo di scrittura è stato veloce.

Raccontaci tre cose folli/interessanti su di te.

Sei impazzita? – La mia vita è noiosissima!
Ho tre fratelli e una famiglia molto numerosa, perché anche mio marito ha tre fratelli e una sorella e tutti abbiamo molti figli.
Ho iniziato a suonare il pianoforte a 40 anni. Ora mia figlia di otto anni è più brava di me. Ma non smetterò. È troppo divertente.
Quando sono stata a Roma 20 anni fa, hanno riso di me in un negozio perché ho chiesto un paio di scarpe numero 43 taglia tedesca. Non potevano credere che io avessi quel numero.

Se non fossi diventata un’autrice, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?

Nella mia prima vita sono la direttrice amministrativa di un grande negozio a Berlino. Adoro quel lavoro.

Cosa vorresti che i lettori italiani ricordassero della tua storia?

Spero che i bambini italiani amino i miei personaggi e che si rivedano in Tommi Codino e la sua piccola amica Carotina. Perché amare la lettura è quello che dovremmo insegnare alle generazioni future: leggere è alla base del pensiero, della discussione e – infine – del cambiamento nel mondo. E i libri per bambini sono l’inizio di quella storia in ogni vita.

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