10 domande a Dan Poblocki, autore di “13 racconti da brividi”

Dan Poblocki ha sempre amato raccontare storie e grazie alla casa infestata in cui è cresciuto ha trovato l’ispirazione per quelle più paurose. Dopo aver capito di voler trasformare il suo libro in una raccolta di storie ecco che nasce 13 racconti da brividi.

Ecco le nostre 10 domande per conoscerlo meglio!

Quando hai capito che volevi diventare uno scrittore?

Ho sempre amato raccontare storie, ma non ho mai pensato di avere il talento per scrivere dei racconti fino a vent’anni. Dopo aver finito l’università e una laurea che non volevo usare, per passare il tempo, ho iniziato a giocare con le parole e le idee. Quando ho condiviso con i miei amici queste mie parole e idee, il loro entusiasmo mi ha dato la forza per cercare di realizzare per davvero dei racconti.

Quanto tempo ci ha messo la tua storia ad arrivare sugli scaffali?

La prima idea per 13 racconti da brividi mi è arrivata più di quattro anni fa, ma mi c’è voluto un po’ di tempo per formularla nella mia mente. Ho iniziato a scrivere i primi racconti durante l’estate del 2019, e avevo una bozza pronta nel corso di un anno. Il libro è finalmente uscito negli Stati Uniti nell’estate del 2022.

Sei il primo artista della tua famiglia?

Devo molta della mia creatività ai miei genitori e ai miei fratelli. Mia mamma è un’insegnante di arte e prima era una stilista. Mio papà ha sperimentato con il disegno, la pittura, la scrittura e anche la fotografia. Mio fratello più grande ha studiato belle arti all’università e ora è un artista professionista. Anche mia sorella minore è molto brava con le matite e la pittura, anche se non lo fa per lavoro.

Come hai avuto la prima idea per questo libro e cos’hai imparato scrivendolo?

La primissima idea per questo libro era una leggenda urbana/storia di fantasmi chiamata “The New House”. Subito dopo, ho realizzato di voler scrivere più storie. Alla fine, ho pensato che sarebbe stato divertente collegarle l’una all’altra in modo da far incuriosire il lettore. Immagino si possa dire che ho imparato che una raccolta di racconti brevi può essere letta anche come un romanzo. E un romanzo potrebbe sembrare una raccolta di racconti brevi. I libri non devono essere solo una cosa.

Qual è la parte migliore e quella peggiore dell’essere uno scrittore?

La mia parte preferita dell’essere uno scrittore è incontrare i lettori e vedere la loro eccitazione per i mondi e personaggi che ho creato. La parte più difficile è tutto il tempo che devo passare da solo per trascrivere quelle parole sulla pagina. A volte, è impossibile motivarmi. Mi sforzo di uscire ed essere socievole, altrimenti non vedrei mai nessuno!

Quale personaggio letterario ti piacerebbe essere?

Ho sempre voluto essere uno dei ragazzi Pevensie delle Cronache di Narnia di C.S. Lewis. Quando ero piccolo, i miei genitori comprarono un vecchio armadio, e passavo più di un pomeriggio a sbirciare dentro, sperando che il muro non ci fosse più. Immagino di aver semplicemente sempre voluto un armadio incantato. In qualche modo, credo che scrivere storie apra quelle porte.

I tre libri/scrittori/illustratori preferiti della tua infanzia e di oggi.

Quando ero piccolo, adoravo Nel Paese delle Creature Selvagge di Maurice Sendak (in realtà qualsiasi cosa di Sendak), Il Mistero della Casa del Tempo di John Bellairs (illustrato da Edward Gorey) e Quando Helen Verrà a Prenderti di Mary Downing Hahn. Tutti questi libri erano tenebrosi ed emozionanti in qualche modo. Mi hanno fatto continuare a girare le pagine.

Raccontaci tre cose folli/interessanti su di te.

1) Credo che la mia famiglia vivesse in una casa infestata quando ero piccolo. Una grande ispirazione per le mie storie più paurose.

2) Ho una fobia per gli squali, il che mi dispiace, perché sono degli animali incompresi che non si meritano la loro cattiva reputazione!

3) Guardare film horror e leggere

Se non fossi diventato un autore, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?

Ultimamente ho pensato che mi piacerebbe essere un bibliotecario. Altrimenti, se fossi obbligato ad allontanarmi dai libri, mi piacerebbe fare qualcosa collegato alla creazione dei film in qualche modo.

Cosa vorresti che i lettori italiani ricordassero della tua storia?

Mi piacerebbe che i lettori sapessero che questo particolare libro può essere letto come desiderano loro. Per un’esperienza veloce e soddisfacente, possono scegliere una delle storie che ci sono nell’indice e saltare quelle che interessano loro di meno. Comunque, se iniziano il libro dall’inizio e decidono di seguire il viaggio di Amelia fino alla fine, capiranno meglio il quadro generale. Spero che questa seconda opzione permetta ai lettori di rileggere il libro più volte, cercando ogni volta dei dettagli che potrebbero essersi persi la volta prima.

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