10 domande a Dustin Brady, autore di “Intrappolato in un videogame”

Intrappolato in un videogame ha attraversato un lungo viaggio: inizialmente autopubblicato, ha poi trovato un editore e si è trasformato in un’amatissima serie; ora il primo volume è disponibile anche in Italia per Editrice Il Castoro. Il libro nasce dalla passione del suo autore, Dustin Brady, per i videogiochi e i libri ricchi di azione e divertimento che amava da piccolo. La sua speranza è che così sempre più bambini si avvicineranno e appassioneranno alla lettura!

Quando hai capito di voler diventare uno scrittore?

Da bambino amavo i libri divertenti e ricchi di azione, e ho sempre voluto scriverne uno. Certo, volevo anche diventare un giocatore di baseball e una spia, perciò sono felice di aver realizzato almeno uno dei miei sogni.

Quanto ci è voluto per vedere la tua storia arrivare sugli scaffali delle librerie?

Intrappolato in un videogame è stato inizialmente autopubblicato, quindi il processo è stato molto veloce. Credo ci siano voluti solo quattro mesi dall’inizio della scrittura all’uscita. Andrews McMeel, il mio editore americano, l’ha acquistato un anno e mezzo dopo: dunque, in totale due anni per arrivare fisicamente in libreria.

Sei il primo artista della tua famiglia?

No, anzi, mio fratello è l’illustratore dei miei libri! Ci siamo divertiti un sacco a collaborare. In più, mia mamma disegna benissimo i cani in stile cartoon.

I tuoi tre libri, autori o illustratori preferiti di quando eri bambino e di oggi.

Da bambino adoravo Roald Dahl, Matt Christopher e la serie “The Hardy Boys”. Oggi mi piacciono  Harlan Coben, Michael Lewis e Malcolm Gladwell.

La parte migliore e quella peggiore dell’essere uno scrittore.

La parte migliore è quando i bambini mi dicono che hanno imparato ad amare la lettura grazie ai miei libri. Quella peggiore è lavorare alla prima bozza di un progetto sapendo quanto sia terribile.

Come scrittore, cosa sceglieresti come tua mascotte/avatar/animale guida?

Un corgi! I corgi riescono sempre a farmi ridere e, se ne avessi uno come mascotte, non mi dispiacerebbe concedermi una risata ogni volta che lo guardo.

Come ti è venuta la prima idea per questo libro?

L’idea mi è venuta guardando Arcade su Nickelodeon negli anni Novanta. Era un programma in cui dei bambini “entravano” nei videogame e ci giocavano dall’interno. Da piccolo ci pensavo di continuo: avrei voluto tantissimo partecipare allo show anche io per poter giocare a un videogioco nella vita reale.

Raccontaci tre cose interessanti/un po’ pazze su di te!

  • Faccio schifo a ogni videogioco a parte Tetris. A Tetris spacco.
  • Il mio videogioco preferito è tuttora il primo a cui ho giocato: Super Mario Bros 3 per NES. Me l’hanno regalato quando ho compiuto sei anni e ancora mi ricordo il cheat code per le vite infinite: SLXPLOVS.
  • Da bambino avevo messo a punto grandi piani per una console controllata esclusivamente dalla voce. È stata una delle peggiori idee che io abbia mai avuto.

Se non potessi essere uno scrittore, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?

Ancora oggi non saprei dire di no a una carriera da giocatore di baseball o da spia.

Cosa vorresti che i lettori italiani ricordassero della tua storia?

Ho scritto Intrappolato immaginando quale avrebbe potuto essere il libro preferito della mia infanzia. E se farà sì che anche un solo bambino s’innamori per sempre della lettura, mi riterrò soddisfatto.

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