Giornalista poliedrica e autrice di romanzi per ragazzi molto amata, Zita Dazzi (che per Il Castoro ha già pubblicato La banda dei gelsomini, Bella e Gustavo, Il mondo di Teo e ha partecipato all’antologia La prima volta che) si è confrontata questa volta nel suo La valigia di Adou con un tema delicato e attuale come quello dell’immigrazione. Come sempre, il punto di vista è quello dei bambini, smaliziato e ingenuo, curioso e privo di pregiudizi. Ma chi è Zita Dazzi? Eccola in dieci domande!
Quando hai capito che volevi diventare una scrittrice?
Molto tardi, verso i 40 anni, al terzo figlio, dopo aver letto molte volte, molti libri di Roald Dahl ai miei bambini.
Com’è stato vedere il tuo primo libro pubblicato? È stato l’avverarsi di un sogno?
È stata un’emozione e una sorpresa, sì anche un sogno, io che sono una grande lettrice da quando ero bambina, vedere un libro mio… beh… meraviglia!
Hai una tua kryptonite personale nella scrittura?
Scrivere è faticoso, è un lavoro e ci vuole costanza. Ma quando c’è un’idea, non c’è bisogno d’altro.
I tre libri/autori/illustratori preferiti della tua infanzia e di oggi.
Roald Dahl, Italo Calvino, Bianca Pitzorno.
Qual è la parte migliore e quella peggiore del mestiere di scrittore?
La parte migliore è quando hai il libro finito in mano e ne stai parlando con qualcuno che lo ha letto. La parte peggiore è quando rileggi un capitolo appena scritto, e ti accorgi che non funziona! Tutto da rifare!!!
Come scrittrice, quale mascotte/avatar/spirito animale sceglieresti?
Il gabbiano che vola alto.
Dove hai trovato l’ispirazione per questo libro? Ti ha insegnato qualcosa?
Come sempre, in storie che accadono veramente. Mi ha insegnato ad avere fiducia.
Raccontaci tre cose folli/interessanti su di te.
Amo i cani brutti e piccoli e scemi. Amo leggere sempre e in qualunque condizione, meglio se al mare. Mi cibo di verdure e in casa vengo chiamata Ranzbold dai figli.
Se non fossi diventato uno scrittore, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?
La lettrice.
Vorresti dire qualcosa ai tuoi lettori?
Ognuno può trovare il suo filone letterario, anche chi pensa di non amare la lettura. Basta cercare e sperimentare. Leggere è sempre meglio che stare davanti a uno schermo.
#10domande