Vincitrice del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020 con Nebbia, Marta Palazzesi torna con un nuovo e avvincente romanzo. Alkrem è un fantasy coraggioso ed estremamente dettagliato, ambientato in una Parigi ucronica, dove la fazione degli Archemisti domina dopo essersi sbarazzata dei vecchi alleati Alkrem.
L’autrice ce ne racconta le origini, a partire dal concept iniziale fino alle domande che l’hanno aiutata a strutturare l’affascinante ambientazione in cui prende vita la storia.
Come è nata l’ispirazione per questo libro?
Alkrem è il frutto di tanti anni di lavoro, quindi nel tempo le ispirazioni sono state tante e di vario genere. I miei primi appunti risalgono al 2015/2016 e già allora la presenza degli animali come compagni indispensabili dei personaggi umani era molto forte.
Qualche anno dopo, nel 2018, ho iniziato a immaginare uno dei protagonisti del libro, il geniale ma scorbutico Archemista Brenock Chimius, e il suo fedele Apto Miccia. Ho approfondito la sua storia – chi è? Quali sono le sue origini? Perché si comporta in un dato modo? – e da lì ho costruito il mondo in cui vive.
Nella primavera del 2020, mentre stavo conducendo delle ricerche storiche per un altro romanzo (Mustang), ho ascoltato delle interviste realizzate in America in occasione del Columbus Day: mentre la popolazione bianca, alla domanda “Quale parola associ al Columbus Day?”, rispondeva in modo festoso ed entusiasta, i nativi americani interpellati rispondevano in modo diametralmente opposto. Le interviste mi hanno molto toccata e in qualche modo hanno influenzato il lavoro che stavo portando avanti in parallelo su Alkrem; così hanno preso vita questi due gruppi – Alkrem e Archemisti – all’interno della cui storia uno stesso nevralgico avvenimento viene definito dai primi come Sterminio mentre dai secondi come Liberazione.
Per delineare il rapporto fra Alkrem e Archemisti ho continuato a ispirarmi alla storia: gli Alkrem sono visti dagli Archemisti come un male necessario, indispensabile in quanto scudo contro il male, ma allo stesso tempo oggetto di disprezzo, diffidenza e timore. E questo, ahimè, è uno schema ricorrente nella storia della nostra civiltà.
Qual è il cuore di questo romanzo?
Questa è una domanda complessa, perché in Alkrem entrano in gioco tanti elementi e fattori diversi. Credo però che, in definitiva, la grande sfida del protagonista sia conquistare la capacità di fare le proprie scelte, al di là di quelli che possono essere gli insegnamenti, le tradizioni e le consuetudini che lo circondano.
Dove è ambientata la storia?
I personaggi del libro si muovono in un mondo simile al nostro eppure diverso, abitato esclusivamente (o quasi) da Archemisti. Parigi è uno dei luoghi principali della storia e i lettori troveranno analogie con la città che conosciamo noi, ma anche tante differenze, come i nomi dei monumenti, i mezzi di trasporto e l’organizzazione gerarchica. C’è poi un altro luogo che accompagnerà i lettori nella storia e che ho ideato prendendo ispirazione da alcune città e piccoli paesi medievali.
Qual è il tuo personaggio preferito del romanzo? Perché?
La risposta più immediata è Miccia, l’Apto di Chimius, un gatto rosso saccente e petulante, ma devoto all’Archemista. Quando vuole è anche in grado di dare degli ottimi consigli. Miccia rappresenta il legame indissolubile che si viene a creare fra un animale e il proprio essere umano, e per me è un aspetto fondamentale del libro.
Cosa troveranno i lettori in questo libro?
Tante cose, troppe per provare a elencarle tutte! Quindi non posso fare altro che augurare loro, se decideranno di tuffarsi in questa storia, buona lettura!