10 domande a Nikola Kucharska, autrice di ”Tutto ma proprio tutto sui draghi”

Quando non è impegnata a espandere imperi-fattorie virtuali, Nikola Kucharska realizza splendide illustrazioni con il suo gatto acciambellato sulle gambe. L’autrice di Tutto ma proprio tutto sui draghi si racconta rispondendo a 10 domande su se stessa e sulla sua ultima creazione, tra i ritardi dovuti alla pandemia e i pro (e i contro!) del lavorare in casa propria.

Quando è stata la prima volta in cui hai capito di voler fare l’illustratrice?

Quando ero piccola volevo diventare un’artista o un suricato. Visto che non avevo le qualifiche giuste per il secondo, non ha avuto altra scelta se non diventare un’artista.
Mio padre mi ha aiutato moltissimo, ha un grande talento. Sin da quando ero piccola, mi ha insegnato le tecniche, mostrato gli strumenti e condiviso con me le idee. Divoravo i libri d’arte della sua biblioteca, erano i miei libri preferiti. Ho unito l’amore per i libri con la passione per il disegno per illustrare le storie che mio padre mi leggeva. Ho seguito questa strada sino ad oggi e illustrare libri ora è il mio lavoro.

Quanto ci è voluto prima che la tua storia arrivasse in libreria?

Per lavorare a Tutto ma proprio tutto sui draghi mi ci sono voluti dieci mesi, ma non ho passato tutto il tempo a disegnare. Buona parte l’ho dedicata al lavoro concettuale: fare ricerca, creare una sinossi e programmare il mio lavoro. Solo a quel punto mi sono seduta a disegnare e ho completato le illustrazioni. Poi gli aggiustamenti, le correzioni, l’editing e il rifinire il materiale erano ancora da fare, così che la versione finale potesse essere rifinita e perfetta nei minimi dettagli.
Sfortunatamente, la pandemia del Covid-19 ha ritardato il lancio e i draghi hanno dovuto aspettare nel cassetto. Alla fine, sono passati un anno e otto mesi da quando ho iniziato a lavorarci a quando è arrivato sugli scaffali.

Sei la prima artista nella tua famiglia?

Il mio primo insegnante, sostenitore e modello di riferimento è mio padre. È davvero bravo a disegnare e intagliare il legno. Si è occupato anche di design pubblicitario, stampe e ha addirittura realizzato le illustrazioni per un libro di poesie! Mi ha sempre supportato e è uno dei primissimi recensori dei miei libri.

I tuoi tre libri, autori o illustratori preferiti di quando eri bambina e di oggi.

Quando ero piccola mi piaceva molto Storie del bosco. C’era un’illustrazione in cui i personaggi mangiavano dei grossi ortaggi e un’altra in cui volavano dentro enormi bolle di sapone, più un’altra ancora in cui stavano seduti in queste piccole case, trasportate da un gigante. Non riesco a ricordare il testo di queste storie o quale fosse la trama, ma ricordo perfettamente come restavo ferma a guardare le illustrazioni, desiderando di far parte di quello che rappresentavano. Ho sognato di mangiare una fetta di cetriolo gigante per tutta la mia infanzia e spero tutt’ora che qualcuno un giorno ne faccia crescere uno.
Altro libro che aveva un posto speciale nel mio cuore era Gnomi di Will Huygen, un vero tesoro di informazioni, e un album di dipinti di Bosch, che allo stesso tempo mi affascinava, spaventava e incantava con il gran numero di scene e dettagli  diversi scaturiti dall’incredibile immaginazione del pittore.
Oggi il mio illustratore preferito è Shaun Tan. Amo i suoi libri, ed è stato grazie a questi che ho davvero capito quanto un libro possa essere un’opera d’arte. Guardando le sue pubblicazioni sono consapevole di trovarmi davanti a delle visioni surrealiste, ma ho questo desiderio un po’ infantile di volermi immergere in quelle immagini e credere che siano autentiche.
Il mio graphic novel preferito è Building Stories. È un libro che saprebbe sciogliere anche il più duro dei cuori: è emozionante, con diversi gradi di profondità, e tocca così tanti temi diversi che chiunque può leggerci qualcosa.
Il mio libro preferito è il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini. Questo libro è la grossa enciclopedia di un mondo creato dall’autore, scritta in una lingua fittizia. Ammiro la vastità dell’immaginazione di Serafini, la sua creatività e il coraggio che ha dimostrato creando un libro così speciale.

La parte migliore e peggiore dell’essere un’illustratrice

Un’illustratrice lavora da casa, il che è sia una benedizione che una maledizione.
Da un lato puoi stare a letto fino a mezzogiorno, lavorare indossando la vestaglia, e uscire alla sera con amici anche tre volte in mezzo alla settimana, ma il lavoro prevede anche aspetti meno positivi. Le ore di lavoro non hanno limite, quindi se non guadagni abbastanza da avere un ufficio o uno studio esterno, finisce che lavori giorno e notte.
Devi essere capace di gestirti il tempo molto bene: se dormi fino a mezzogiorno e poi guardi serie Tv per quattro ore, è ovvio che dovrai rimediare, ad un certo punto, per il tempo perso. Lavorare ai progetti nel cuore della notte è più la normalità che un’eccezione alla regola.
Visto che lavori dove abiti, il contatto con le altre persone è limitato drasticamente. Io sono più una da casa, un lupo solitario, ma chi sta bene in mezzo ad altre persone potrebbe soffrire il senso di isolamento. Però, la sensazione che provi quando passi davanti allo scaffale di una libreria e vedi il tuo libro starsene lì orgoglioso, ripaga tutti i lati negativi descritti poco fa.

Come illustratrice, cosa sceglieresti come tua mascotte/avatar?

Il drago delle caverne. Sono calmi, dei grandi lavoratori e, dopo una giornata di duro lavoro, adorano ricevere un bel pezzo di rocciabuffa e addormentarsi al calduccio con i piedi sollevati.

Come ti è venuta in mente la prima idea per questo libro e cosa hai imparato scrivendolo?

Una sfida importante che ho affrontato mentre lavoravo a Tutto ma proprio tutto sui draghi è stato mettere da parte qualsiasi cosa fosse mai stata detta sui draghi nei libri, nella cultura popolare, nei film e in altre opere. Volevo che i miei draghi fossero unici e originali, ecco perché mi sono chiamata fuori da qualsiasi cosa detta prima e ho creato la mia storia: le loro leggende, la loro cultura e i nomi delle specie. Le idee venivano fuori da sole, via via che mi immergevo nella mia immaginazione. Mi piace lasciare vagare libera la mente e seguire associazioni e idee che si muovono libere in questo spazio.
Ho imparato un sacco di cose sui draghi lavorando su questo libro: possono leccarsi i gomiti, non sono così spaventosi come ad alcuni piace raccontate, piangono lacrime rosa e – quando debitamente motivati da un drago allenatore – possono saltare sulle loro code e farle oscillare.

Raccontaci tre cose interessanti/un po’ pazze su di te

  • Adoro tutti i videogiochi che richiedono di costruire un proprio impero – quando ho scoperto Stardew Valley non ho lavorato per un mese perché piantavo pomodori e davo da mangiare alle mucche ogni giorno dalle otto di mattina alle quattro di notte. Ho smesso di giocare quando l’impero-fattoria è diventato così grande che non avevo più altre possibilità per espanderlo oltre.
  • Mi piace disegnare e raccontare storie di viaggi lontani e magici, ma io di per me sono un’hobbit. La cosa che amo fare di più al mondo è starmene seduta nella quiete di casa mia, con una tazza di caffè in mano e il gatto sulle gambe.
  • Quando inizio a lavorare a un nuovo progetto, penso solo a quello per alcune settimane, finché non inizia la fase in cui disegno. Ho un milione di idee e mi dimentico del mondo reale che mi circonda. Per esempio, di recente mentre stavo pensando intensamente su che direzione avrebbe dovuto prendere il mio prossimo libro, stavo facendo anche alcune piccole faccende domestiche. Dovevo mettere alcuni vestiti nella cesta della biancheria e il latte nel frigo. Un’ora dopo ho trovato un pigiama nel frigorifero, il che la dice lunga su quanto i miei progetti mi distraggano dalla realtà.

Se non potessi essere un’illustratrice, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?

Se potessi essere qualsiasi cosa volessi, sarei una ricercatrice di draghi. Se questo non funzionasse (i draghi ci mettono molto per convincersi a far entrare nuove persone nel loro territorio), penso sarei diventata una paleozoologa. Ho compreso diverso tempo fa che fare ricerca sulle specie animali (sia quelle viventi che quelle estinte) è un’occupazione che nasconde un pizzico di magia. Amo il fatto che gli animali intorno a noi siano così affascinanti che i bestiari fantastici risultino quasi noiosi e ordinari in confronto.

Cosa ti piacerebbe che i lettori italiani ricordassero della tua storia?

Dovrebbero ricordare che bisogna essere sempre gentili e educati con i draghi. Nessuno deve fargli fretta o emettere rumori troppo forti quando si viaggia sul loro dorso. Dovrebbero ricordarsi anche di non dargli cioccolata e di non attraversare le radure abitate dai birbadraghi, se stanno portando importanti decreti.

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