Jenny Løvlie, l’illustratrice del divertentissimo albo Rombo di motori: amo i trattori, è nata in un piccolo paese della Norvegia nel nord (dove non nascevano bambini da dodici anni!). Ora risiede in Galles, ma le sue origini sono tuttora fortemente presenti nel suo stile e negli illustratori a cui si ispira, come lei per prima non manca di ribadire. Per questo libro ha fatto in modo che le illustrazioni, calde e coloratissime, rispecchiassero la mente frizzante del piccolo Simone.
Quando hai capito di voler diventare un’illustratrice?
Ho sempre disegnato molto, ma è stato solo verso i sedici anni che mi sono resa davvero conto di poter diventare un’illustratrice e guadagnarmi da vivere così!
Qual è stata la prima ispirazione per le tue illustrazioni?
Quando mi è stato chiesto di illustrare Rombo di motori: amo i trattori, volevo che le tavole riflettessero l’incredibile entusiasmo di Simone per l’argomento. E non solo con i trattori, ma anche con tutte le altre cose che frullano nella testa di questo meraviglioso bambino! Era necessario che lo stile fosse caldo e colorato, pieno di dettagli inaspettati. Io stessa sono cresciuta in una piccola fattoria e ne conosco bene l’attrezzatura, trattori inclusi: perciò sono la prima a essere entusiasta per il soggetto dell’albo!
Qual è la tua Kryptonite artistica, che ti impedisce di disegnare?
Lo stress! Se ho troppe cose da fare mi riesce difficile rimanere estrosa e creativa.
I tuoi tre libri, autori o illustratori preferiti di quando eri bambina e di oggi.
Sono cresciuta con classici scandinavi come Pettson e Findus di Sven Nordqvist, che trovo di grande ispirazione! Elsa Bescow è un’altra dei miei prediletti, amo la maniera in cui scrive e disegna: fiori, funghi e bambini del bosco dappertutto, perfetto per un’immaginazione attiva! E Richard Scarry è stato fondamentale per il mio lavoro. Tutti quei dettagli! Posso dirne quattro? Tove Jansson è geniale e senza tempo, un’artista davvero illuminante. Adesso che sono adulta e illustratrice professionista, tra i miei illustratori preferiti ci sono Carson Ellis, Emily Sutton e Melissa Castrillon.
La parte migliore e quella peggiore dell’essere un’illustratrice.
La parte migliore è fare quello che amo per vivere! La parte peggiore è… fare quello che amo per vivere. A volte la pressione si fa parecchio intensa, e disegnare inizia a sembrare più un lavoro che una passione.
Come illustratrice, cosa sceglieresti come tua mascotte/avatar/spirito animale?
Il mio spirito animale è un umile paguro. Sono creature così piccole e misteriose!
Quali sono state le prime impressioni su questo libro e cosa hai imparato illustrandolo?
L’ho amato dal primo momento. I testi sono così visuali e pieni di stravaganti colpi di scena; è pura gioia che esce dall’immagine. Mi è stata data moltissima libertà nella progettazione del libro, e ho imparato tanto soprattutto per quanto riguarda la struttura.
Raccontaci tre cose interessanti/un po’ pazze su di te!
- Prima di capire di voler fare l’illustratrice, volevo diventare biologa marina, meccanica di aeroplani oppure MacGyver!
- Quando sono nata, nel mio paesino non nascevano bambini da dodici anni e sono finita sulla prima pagina del giornale locale.
- Sono ossessionata dai macchinari, i miei preferiti sono i camioncini che spazzano le strade, ma anche quelli che si usano per raccogliere le ciliegie. Mi fanno impazzire!
Se non potessi essere un’illustratrice, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?
Credo che mi sarebbe piaciuto molto lavorare nel mondo dell’interior design. Arredatrice da IKEA? Sarebbe stupendo. Oppure qualcosa con gli animali!
C’è qualcosa di specifico che vorresti dire ai tuoi lettori italiani?
Grazie per aver accolto il nostro Simone! Spero che amerete il suo entusiasmo tanto quanto noi!