La parola agli illustratori: Maki Hasegawa

Quando hai capito che volevi diventare un’illustratrice?

Da piccola amavo disegnare, e ho capito subito che volevo fare l’illustratrice e creare libri per bambini.

Cosa ti ha ispirato di più per le illustrazioni di questo libro?

La vita quotidiana che nasconde l’avventura, tutti i momenti preziosi presenti in questo libro. Sono cose che ispirano i bambini e rimangono nei ricordi.

Sei la prima artista della tua famiglia?

Sì, sono la prima e unica artista della famiglia.

I tre illustratori preferiti della tua infanzia e di oggi.

Anche se scegliere tre artisti è molto difficile…

Chihiro Iwasaki ha inciso bellissime immagini nella mia mente da piccola: i miei mi regalarono una bellissima raccolta delle sue illustrazioni quando compii cinque anni. Rimasi incantata dai colori e dalle figure che mi portavano nel mondo dei sogni, e questo libro è ancora oggi il mio tesoro.

Poi ho vissuto la mia infanzia guardando film e serie d’animazione di Hayao Miyazaki, come tanti bambini giapponesi. Ammiravo le descrizioni dettagliate e le caratteristiche molto particolari delle sue illustrazioni.

Poco prima di illustrare il mio primo albo, ho conosciuto per caso Isabelle Arsenault a Bologna, e lei mi ha domandato se avevo intenzione di illustrare libri per bambini. È stato emozionante incontrarla e parlarci di persona… Credo che un incontro tra le persone a volte abbia un significato molto importante. Il suo libro Cloth Lullaby è uno dei più belli della mia libreria.

Qual è la parte migliore e quale la peggiore del tuo mestiere?

La parte migliore del mio lavoro è la condivisione delle sensazioni attraverso i miei disegni con i lettori, sia bambini che adulti. Recentemente è capitato che una mamma dal Canada mi abbia scritto per ringraziarmi, perché il suo bambino che soffre di una specie di autismo riesce a calmarsi quando guarda le mie illustrazioni. Rendermi conto di essere riuscita a condividere qualcosa di mio con un bambino che vive lontano, mi ha reso molto felice.

Sono davvero felice del mio lavoro e non riesco a trovare la parte peggiore, ma se devo farlo per forza, allora direi la cervicale e gli occhi stanchi, cose risolvibili con i giusti esercizi.

Come illustratrice, quale mascotte/avatar/spirito animale sceglieresti?

Ho la sensazione che nella mia vita precedente ero un merlo nero… allora scelgo un merlo!

Che impressione hai avuto di questo libro? Lavorarci ti ha insegnato qualcosa?

Ci ho trovato l’amore per un/una bambino/a, lei o lui che crea il suo mondo e lo vive. E ho pensato che il nostro amore per i piccoli significa anche questo: osservarli vivere liberamente il loro universo originale. La forma delle nuvole, la scoperta delle crepe sul muretto, l’incontro con una chiocciola, le coccinelle… Sono le chiavi di apertura alle loro interpretazioni sul mondo.

Raccontaci tre cose folli o interessanti su di te.

Non so se sembrano folli, ma…

Ho deciso di vivere in Italia per studiare arte quando avevo 22 anni, seguendo il mio sogno e la mia passione.

Amo gli animali e le piante da quando ero molto piccola, e ora nutro i merli con le uvette sul mio terrazzino, comunico con loro.

In inverno la mia verdura immancabile è il cavolo nero, la verdura che ho scoperto in Italia e di cui sono innamorata.

Se non fossi un’illustratrice, quale sarebbe il tuo lavoro ideale?

Avrei aperto una caffetteria molto classica ma rilassante dove tutti possono sedersi e fare delle cose con calma, con cani, gatti o bambini, per gustare caffe, thè, colazioni, torte gustose. Mi piace tanto essere ospitale e preparare le cose per la gente.

Cosa vorresti che il lettore si ricordasse di questo libro?

Vorrei che si ricordasse delle espressioni di Pia che scopre il suo mondo personale.

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